Per il mio primo viaggio in India ho scelto la costa del sud ovest del subcontinente, la cosiddetta Costa del Malabar. Mentre nel gettonassimo Rajasthan a Dicembre e Gennaio si è in pieno inverno (temperature basse, pioggia, nebbia) qui la temperatura è in media di solo trenta gradi – molto più accettabili dei 45 gradi estivi 😅
L’India è uno stato federale e questo viaggio si svolge tutto nello Stato del Kerala (pr. kèrala). La prima cosa che ho sentito dire ai cultori dell’India della Costa del Malabar (le zone di Goa e del Kerala per intenderci) è che questa non sia la vera India. Questo perchè per molti occidentali l’India dev’essere quella dei divari sociali estremi, dove necessariamente la maggioranza della popolazione deve essere in uno stato di indigenza tremendo, dove la mucca è sempre sacra, dove le vestigia architettoniche dell’Impero Moghul facciano col loro splendore da sfondo a tutta questa umanità brulicante. Ma come ci hanno ribadito gli indiani con cui abbiamo parlato in questo viaggio, l’India è un paese immenso dove si parlano 180 lingue diverse e dove convivono religioni e popolazioni molto diverse e non si può certo considerare la realtà di Delhi come quella di tutto il paese.
Focalizziamo allora l’attenzione sul Kerala: qui si parlano due lingue, il malayalam, la lingua propria di questa costa, ed il tamil, portato dai lavoranti spostati qui dal vicino stato Tamil Nadu sotto il dominio inglese (oltre all’inglese per nostra fortuna). Solo metà della popolazione è induista, mentre l’altra metà è o mussulmana o cattolica romana (tanto che in una chiesa mi hanno chiesto come stesse in salute il Papa!). Il tasso di alfabetizzazione raggiunge uno strabiliante 90%, tasso effettivamente fuori scala rispetto a quello molto più contenuto dell’India, soprattutto nelle zone rurali. Ah una nota sui nomi delle località. Ho riportato i nomi che leggevo in loco, ma nelle mappe le traslitterazioni cambiano ed i posti possono avere più nomi (per esempio Alappuzha o Alleppey).

Eccezionalmente in questo viaggio non ho portato con me una reflex ma solo il cellulare. Questo perchè per un viaggio che si prestava più alla street photography ho pensato fosse più opportuno avere un mezzo poco invadente. In alcuni casi avrei comunque voluto la reflex, ma in generale sono rimasto soddisfatto della mia scelta.
Per i curiosi di fotografia ho comunque settato il mio nuovo iPhone 16 Pro per scattare in formato raw, provvedendo a bloccare l’esposizione a -0,3 così da preservare eventuali sovraesposizioni.
Ho viaggiato con un gruppo di Avventure nel Mondo (link al redazionale del viaggio qui) per dieci giorni – vabbè una settimana togliendo i voli. È stato un viaggio molto tranquillo che ci ha portato da Cochin fino alla capitale Trivandrum (che ora però si chiamerebbe Thiruvananthapuram ma che noi ci siamo ostinati a chiamare col vecchio nome per una questione di semplicità 😂).
Per continuare a leggere il diario clicca qui oppure salta alle varie tappe col menu qui sotto