Sono stato una settimana in Georgia, una delle repubbliche ex sovietiche del Caucaso, con un tour “tutto compreso” di Avventure nel Mondo (link qui). Il “tutto compreso” si riferisce al fatto che il tour è stato appaltato ad un’agenzia locale, la Omnes Tour (link qui) che si è occupata di tutto: guida parlante italiano che ci ha accompagnato, bus con autista, prenotazione alberghi e ristoranti per la cena.

La Georgia è un paese in bilico tra uno storico legame culturale e commerciale con la Russia e l’attrazione verso l’Occidente. Subito dopo la dissoluzione dell’URSS due sue provincie (l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud) si sono ribellate al nuovo status nazionale e, con l’appoggio della Federazione Russa, si sono autodichiarate indipendenti. Poi nel 2008 un nuovo conflitto è deflagrato tra Georgia ed Ossezia del Sud che, sempre con l’appoggio russo, ha portato alla sconfitta militare della Georgia. La spaccatura tra le due anime è costantemente visibile viaggiando nella Georgia, per chi volesse andare oltre le apparenze. Sebbene il russo sia una lingua più diffusa o diffusa quanto il georgiano (si parla russo a scuola, al lavoro, per molti è di fatto la prima lingua), questo viene rifiutato dai più giovani che preferiscono imparare l’inglese. Noi abbiamo avuto una guida, Sasha, persona molto colta e molto tranquilla che per i nostri canoni potremmo definire tranquillamente un filo russo. Una fidanzata a Mosca, la prospettiva di trasferirsi lì, una famiglia di ex militari dell’Armata Rossa, un lavoro che, a parte i mesi estivi, lo porta ad avere clienti quasi solo russi. Un uomo pacifico che ci ha raccontato di aver vissuto da piccolo gli effetti di tre guerre (scarsità di cibo, blackout improvvisi, ecc) e che non desidererebbe vederne una quarta. In antitesi una Tiblisi piena di bandiere ucraine dipinte sui muri e sulle magliette dei camerieri di un locale di Mestia la rivendicazione di quel venti per cento del territorio nazionale occupato manu militari dalla Russia.



La Georgia al di là del russo, che come lingua franca la accomuna a tutto lo spazio ex sovietico, ha una sua propria lingua con un suo proprio alfabeto (dalla grafia diversa sia dal latino che dal cirillico). Sasha inoltre ci faceva notare come, oltre a russo e georgiano ufficiale, nelle valli più remote si parlassero molti dialetti prettamente orali.

Per continuare a leggere il diario clicca qui oppure salta alle varie tappe col menu qui sotto