Per il ponte dei morti mi sono concesso un breve viaggio culturale in Egitto. Ho scelto una formula particolare trovata nel vasto catalogo di Avventure nel Mondo: Egitto SOF-RA (link qui). Il nome del viaggio gioca sull’assonanza tra la formula soft, formula in cui alberghi e ristoranti serali sono prenotati direttamente dall’agenzia, ed il cognome della coordinatrice, l’egittologa Stefania Sofra (qui potete leggere il suo curriculum e prendere nota delle sue pubblicazioni).
Una formula particolare dicevo, perché appunto è sempre Stefania Sofra la coordinatrice di questi viaggi, il loro valore aggiunto. Stefania organizza da tempo due formule per visitare con lei l’Egitto: questa più breve di 6 giorni (che tolti i voli consiste di 3 giorni al Cairo ed 1 giorno ad Alessandria d’Egitto) ed una più lunga con crociera sul Nilo per visitare Abu Simbel, Karnak, Luxor, ecc.. Stefania ha sempre approfittato dei vari spostamenti in autobus per raccontarci molte notizie dell’Egitto faraonico (e non solo), sfruttando anche e soprattutto le tre ore di andata e di ritorno tra Il Cairo ed Alessandria. Si è veramente spesa per fare la differenza. E ci è riuscita! Con lei ci ha accompagnato una guida egiziana, Emad. La legge in Egitto prevede che nei siti archeologici o nei musei debba essere una guida locale a dare spiegazioni ai turisti. Un modo per far lavorare i professionisti locali. Emad è una delle guide preferite di Stefania. Lei stessa ci raccontava di precedenti esperienze con altre guide che a volte non illustravano correttamente gli aspetti della civiltà faraonica. Sfumature che sfuggirebbero sicuramente a noi amatori dell’argomento, ma non ad una esperta come lei.

Ultima chiosa della premessa, la situazione in Egitto. Avevo prenotato questo tour ad Agosto quando nella zona tutto era tranquillo. Ed invece sono partito con la guerra a Gaza e notizie sui nostri media di manifestazioni qua e là nel mondo arabo. Come sempre esiste uno iato tra le notizie flash dei nostri telegiornali e le realtà sempre complesse in cui ci si immerge. Sicuramente l’apparato di sicurezza che ho trovato era notevole. Ma nulla di diverso da quello che avrei trovato se non fossero avvenuti i fatti di sangue del 7 ottobre 2023 con tutto quello che ne è seguito. Già a settembre ci era stato preannunciato che l’itinerario non sarebbe stato modificabile perché comunicato alle autorità di polizia locale, che ci avrebbero fornito come da protocollo una scorta. I siti turistici che abbiamo visitato (dal Museo Egizio al quartiere copto, dalle Piramidi di Giza al suq) sono tutti presidiati dalle forze di sicurezza e di fatto trasformati in delle bolle dove muoversi tranquillamente. In più esistono molti posti di blocco che controllano gli spostamenti lungo le arterie stradali. Essendo noi legati ad un tour organizzato, questi controlli erano per noi trasparenti: al massimo vedevi il poliziotto controllare la targa e fare cenno di andare. Ci spiegava però Emad che viaggiando in autonomia si verrebbe facilmente (o meglio sistematicamente) fermati per i controlli di rito. Per quanto riguarda la scorta di cui prima accennavo, si sono alternati a bordo del nostro bus due poliziotti in borghese nei giorni del tour. Entrambi vestiti identicamente, con un completo a giacca marrone. Con pistola d’ordinanza appesa alla cintura. E mitraglietta appesa alla spalla celata sotto la giacca. Molto discreti, ci hanno sempre seguito nelle escursioni. Detto ciò non abbiamo mai avuto sensazioni di pericolo o di disagio. Nè abbiamo mai visto manifestazioni o crocicchi “sospetti”. Al suq e in alcuni locali lungo il Nilo abbiamo visto esposte delle bandiere palestinesi (rigorosamente al fianco di quelle egiziane) ma null’altro che facesse riferimento alla guerra. Emad, interrogato da noi, si rammaricava del fatto che l’Egitto sia un paese tranquillo e sicuro ma che venisse boicottato dai turisti ad ogni conflitto in Medio Oriente. Dal canto suo anche Stefania, che al Cairo ha vissuto e dove ha ancora casa, ci ha sempre rassicurato sulla sicurezza della città.
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