Siamo nell’estate del 2015 ed ho deciso di ritornare in Sud America. Avevo tanta voglia di vedere di nuovo le Ande dopo il viaggio del 2011 in Argentina, Bolivia e Cile (link qui). La mia scelta è caduta sull’Ecuador, posto sorprendente ma poco noto al turismo di massa italiano. Come scopriremo durante il viaggio in effetti il grosso del turismo in Ecuador è interno. Incontreremo tantissime famiglie composte da genitori e figli intente a visitare il loro splendido paese. Ho intrapreso un viaggio di tre settimane offerto da Avventure nel Mondo (link qui) che mi ha permesso di visitare per due settimane l’Ecuador e poi di trascorrere un’altra settimana in barca nell’Arcipelago delle Galapagos. Da bravo biologo ho ripercorso le orme del buon Darwin – ed era pure ora, no? 😄

L’itinerario in Ecuador ha previsto un paio di giorni in Amazzonia, lungo il Rio Napo, a cui è seguita una lunga esplorazione della zona andina dove abbiamo visitato le città di Quito, Baños, Cuenca. Ma non ci siamo fatti mancare giornate dedicate alla vetta più alta dell’Ecuador, il Chimborazo, e al vulcano Cotopaxi – che ci riserverà una sorpresa. La crociera alle Galapagos, invece, si è svolta tra le isole di Baltra, Genovesa, Bartolomé, Santa Fé, San Cristòbal, Española, Floreana e Santa Cruz.

Il viaggio è stato veramente molto bello. Ovviamente ha presentato le sue complicazioni. Soprattutto le altezze notevoli raggiunte sulle Ande – con il mio nuovo record personale di 5100 metri, raggiunto sul Chimborazo – che hanno esposto alcuni partecipanti ad un notevole mal di montagna (manifestatosi per lo più con la pressione sanguigna schizzata alle stelle e con relativa necessità di assumere un diuretico). Anche il mal di mare ha avuto il suo ruolo a causa delle lunghe e movimentate navigazioni notturne tra le varie isole delle Galapagos. Comunque nulla di eccessivo. E per mia fortuna, nulla che mi abbia coinvolto direttamente.
L’Ecuador deriva il suo nome dal fatto di essere attraversato dall’Equatore. Ottimo spunto per una raccomandazione: non dimenticate MAI il cappello. Sia per la posizione geografica che per il fatto di essere sempre ad altezze notevoli (tra i 3000 ed i 4000 metri) il sole picchia tantissimo. Tendenzialmente le temperature sono miti. Ma in montagna il tempo cambia velocemente. Per cui occorre avere sempre a portata di mano felpe e giacconi. Capi che comunque dal tramonto in poi sono d’obbligo, visto che le temperature scendono abbastanza. Prima di iniziare il racconto del viaggio ci tengo a sfatare un mito. Sicuramente in passato le condizioni economiche dell’Ecuador erano più precarie e gli allarmi lanciate dalle guide turistiche sul rischio di essere rapinati da bande di ragazzini per strada avevano il loro fondamento. Noi non abbiamo avuto nessun problema. Nè a Quito, nè a Cuenca, nè a Guayaquil. Vero è che siamo sempre rimasti nelle zone turistiche di queste città e che siamo sempre stati attenti. Una comodità di questo viaggio è stato il fatto che non abbiamo dovuto cambiare i dollari in una valuta locale. L’Ecuador ha abbandonato da molti anni l’inflazionatissimo Sucre per adottare come moneta corrente il dollaro americano. Questo ci ha semplificato molto i conti e la gestione delle spese.
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