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2013

Denali

Nikon D90 e Nikkor 18-200

3 Agosto 2013

Siamo ancora in aeroporto al ritiro bagagli e deduco che l’Alaska sia una meta molto gettonata per il turismo interno americano. Orde di pescatori attirati dai salmoni. Come faccio a dirlo?!? Semplice. Qui al ritiro bagagli sui rulli ci sono più borse frigo che valigie 🎣

Arrivati ad Anchorage andiamo all’Artic Hostel (link qui). Ci sistemiamo ed usciamo per sgranchirci le gambe dopo tutti i voli per arrivare sin qui: Fiumicino-Francoforte, Francoforte-Seattle, Seattle-Anchorage. E’ sera ed il sole è tramontato, ma… la parte inferiore del cielo mantiene una lieve luminosità. E’ la prima avvisaglia del fatto che siamo veramente molto a nord. Scopriremo a breve le meraviglie del sole di mezzanotte!

4 Agosto 2013

Recuperate le auto a noleggio inizia il nostro viaggio. Prima sosta non lontano da Anchorage, nel villaggio di Eklutna per visitare la chiesa ed il cimitero ortodossi, risalenti al dominio russo sull’Alaska.

L’Alaska “nasce” come una colonia dell’Impero Russo. La colonia, nota formalmente con il nome di America Russa, ebbe come capitale Novo-Archangelsk, oggi Sitka. In questa enorme landa (tutt’oggi) spopolata i russi erano insediati in 23 villaggi, sparsi per le isole o sulle coste meridionali, e commerciavano principalmente in pellame. Essendo un territorio poco difendibile rispetto ai domini inglesi del Canada, l’Alaska fu ceduta dallo Zar Alessandro II agli Stati Uniti. Il negoziatore statunitense fu l’allora Segretario di Stato: William H. Seward. Più in là nel viaggio faremo sosta in una città che ne porta il nome.

Presso l’Elkutna Historical Park (link qui) sono ben conservate le testimonianze della cultura russa in questa regione: l’Old St. Nicholas Church, la New St. Nicholas Church ed il cimitero con le cosiddette Spirit Houses. Queste sono la vera peculiarità culturale della zona. Qui infatti la popolazione nativa, gli Athabaska, solevano seppellire i loro morti sotto queste cosiddette case degli spiriti. Un originale sincretismo ha portato infatti le popolazioni non più animiste ma cristiane a mantenere questa tradizione, unendola ai tradizionali simboli ortodossi, come la croce ortodossa russa (quella con tre barre trasversali).

Dopo qualche sosta lungo il tragitto – dove in ogni fiume possiamo vedere frotte di pescatori e di salmoni – raggiungiamo la nostra meta: Talkeetna.

Talkeetna è famosa per due motivi. D’inverno, quando il sole sorge per pochissime ore e le temperature sono sul -30 andante, è l’unico posto in questa zona facilmente raggiungibile grazie all’Alaska Railroad. Se vivete nei dintorni (ricordate che qui con “nei dintorni” si può intender un territorio vastissimo), da soli, in una casa nei boschi ed avete bisogno di carburante per il generatore o di materiale per riparare una perdita dovete per forza venire qui. Tenete conto che d’inverno i treni si fermano a richiesta, quindi basta mettersi lungo i binari ed aspettarli. Con le temperature sotto zero e la neve che cade incessante può non essere un’operazione banale. In estate, quando il territorio è un mare verde con i ghiacciai all’orizzonte, Talkeetna si trasforma in una cittadina turistica zeppa di fricchettoni. Per noi è importante perchè da qui partono i voli per atterrare a circa 2000 metri su uno dei ghiacciai del Monte Denali. Arriviamo per ora di pranzo ed il tempo è splendido. Poi verso le 18, quando andiamo all’aeroporto per il nostro turno, una nuvola si è posata sulla cima del Denali e la nostra escursione salta 😖

Lasciata Talkeetna raggiungiamo il Denali Hostel & Cabins (link qui) per la notte. Dobbiamo passarci due notti e non c’era posto per tutti nelle cabins. Così in quattro ci adattiamo in due tende già preallestite, con brandine e sacchi a pelo già inclusi. A queste latitudini il sole NON tramonta. Comodo se la sera devi andare in bagno, ci si vede perfettamente. Meno comoda l’abitudine locale di non avere tende o tendine alle finestre. Tocca dormire con le mascherine sugli occhi!

5 Agosto 2013

Oggi è la prima delle due giornate dedicate al Denali National Park (link qui). Intanto una premessa: il parco è immenso. Per inoltrarsi al suo interno con zaino e tenda serve prendere accordi con i ranger. C’è però una “piccola” zona di libero accesso. Avrete intuito come tanto piccola non debba essere questa zona per i nostri standard 😅 Tento di darvi un’idea, guardate la mappa sotto, quella del sentiero che andremo a percorrere oggi. Bene, ora guardate la mappa sopra, quella di tutto il parco: vedete in alto a destra il pallino verde col numero 16? Bene, nell’area sotto il pallino ci sono sia il visitor center sia il sentiero di cui vi sto per parlare 😬

Chiarita la vastità del parco, torniamo a noi. Lasciamo il nostro ostello e raggiungiamo con le auto il visitor center. Abbiamo vari sentieri a disposizione e decidiamo di percorrere il Triple Lakes Trail, un percorso di solo andata (link qui) che termina sulla Highway 3, dove prenderemo uno degli autobus di linea per tornare alle auto. E’ il più lungo dei sentieri a disposizione, circa 15 km, ed il più variegato visto che si snoda in un sali scendi tra varie colline e permette di raggiungere appunto tre laghetti.

Sicuramente il paesaggio è un po’ monotono dal punto di vista fotografico – alla fine sono solo infiniti boschi di conifere – ma il fatto che ogni tanto dalle colline si riesca a scorgere qualche panorama ci gratifica molto. E la totale immersione nella natura è fantastica. Ci restituisce una pace ed una serenità difficilmente descrivibili. Lungo il percorso incrociamo anche una diga probabilmente costruita dai castori (nel senso che vediamo la diga ma non i castori) ed avvistiamo scoiattoli ed uccelli.

6 Agosto 2013

Abbiamo prenotato il Tundra Wilderness Tour, un tour del parco in autobus in cui il ranger che lo guida ci fornisce anche notizie sul parco, sulla sua fauna e sulla sua flora. E lo fa per tutto il percorso. Sempre. Senza interruzioni! All’inizio seguiamo anche le sue spiegazioni. Solo all’inizio però 😬 Il tour dura tutta la giornata e comprende anche un pranzo al sacco. Sono previste varie soste nei belvedere. Dal primo si ammira benissimo il Monte Denali mentre in un’altro troviamo delle pache su cui sono esposti palchi d’alce. La sosta finale è prevista al Wonder Lake, un lago nelle cui acque si riflette il Monte Denali.

Il Monte Denali, una volta chiamato McKinley, è il terzo più alto del pianeta. Mentre però l’Everest ed il K2 si ergono al di sopra degli altipiani tibetani e quindi mostrano alla vista solo una parte della loro altezza, il Denali sale dal basso in tutta la sua maestà. Molto spesso la sua cima è avvolta da qualche nuvola, ma oggi siamo fortunati e rimane praticamente libera per quasi tutta la giornata.

Durante il percorso incrociamo alci ed aquile – anche se lontane dalla strada. Orsi e caribù invece sono molto più vicini. In uno dei viewpoint i ranger ci fanno entrare all’interno perchè un orsacchiotto ha deciso di correre verso il piazzale dove siamo noi 🐻

A cena andiamo ad Healy alla 49th State Brewery (link qui) dove si possono bere birre artigianali e gustare bistecche d’orso. In Alaska esistono molti birrifici locali e quasi tutti producono birra artigianalmente in casa – dovrai pure passarlo il tempo d’inverno visto che la vita sociale rasenta lo zero 🤷🏻‍♂️ Nel cortile del locale c’è la riproduzione cinematografica del Magic Bus del film Into the Wild (è stato ricreato più largo dell’originale per potervisi muovere all’interno con le telecamere). Qui di fronte infatti inizia lo Stampede Trail, il percorso che seguì Christopher McCandless per finire ad accamparsi nel relitto del bus originale, dove poi morì avvelenato dalle bacche di cui si nutriva.

Giochiamo con degli abitanti del luogo al lancio del ferro di cavallo – è un gioco che va tanto di moda qui. Sono le 21,30 ma in questa vallata ci si vede benissimo. Non è facile abituarsi al giorno perenne di queste latitudini. Loro giocano lanciando il ferro di cavallo con una mano e continuando a bere birra con l’altra. Noi siamo meno bravi ma ci impegniamo ad imitarli 😅 Chiacchierando un signore che vive qui ci dice di aver conosciuto McCandless – qui d’inverno sono letteralmente quattro gatti e si conoscono tutti – e ci conferma che fosse un tipo strano.

7 Agosto 2013

Lasciamo il Denali National Park. Percorriamo la parte iniziale dello Stampede Trail, fino ad arrivare alla fine della strada percorribile in auto. C’è un posto dove affittano dei quad per percorrerne ancora un pezzo, ma alla fine se uno volesse veramente raggiungere il Magic Bus dovrebbe percorrere da Healy ben 46 km!

Proseguiamo il viaggio quindi e raggiungiamo Fairbanks. Ci ritroviamo in una città dal clima splendido, molto più calda rispetto al territorio intorno al Monte Denali. Prendiamo le nostre stanze al Billie’s Backpackers Hostel (link qui), molto molto carino, e decidiamo di farci un giro della città.

Visto il caldo ed il sole splendente optiamo per percorrere il fiume in canoa! Infatti il Chena River taglia il centro cittadino producendosi in varie anse. Alla fine del percorso, prima di riconsegnare le canoe, approdiamo presso una dei numerosi locali provvisti di terrazze di legno sul fiume e ci godiamo una bella birra fresca 🍻 guardando gli F-16 che decollano o atterrano dall’aeroporto militare di Fort Waimwright. Ci spiegano che in questo aeroporto si addestrano i piloti dell’aviazione e quindi c’è sempre molto traffico militare. Tornati nell’hostel consultiamo internet per vedere cosa faccia l’aurora boreale. Stanotte è prevista esattamente sopra Fairbanks. Ci facciamo due conti e decidiamo di mettere le sveglie alle 2,00 del mattino. Dovrebbe essere il momento in cui il sole dovrebbe essere più basso sull’orizzonte. Ovviamente anche a quell’ora il cielo è comunque inondato di luce, per cui riabbassiamo le mascherine sugli occhi e riprendiamo a dormire!

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